Baita

Una storia tra lago e montagne, una storia di famiglia.

All'inizio dell'800 l'Alpe Cavallaccio era una distesa di pascoli e boschi. Qui nel 1880 fu costruita la capanna maggiore adibita a stalla e la capanna minore al ricovero dei pastori.

Dopo la seconda guerra mondiale furono abbandonati e acquistati dall'ingegner Locatelli, che ne fece un supporto per la cava di granito rosa dalle pietre giacenti. Negli anni '60 un gruppo di pescatori di Baveno, tra cui i fratelli Milani ei loro amici Facchinetti e Minoletti, costruirono un laghetto dedicato alla pesca sportiva.

Gli abitanti della zona lo ricordano come un luogo di svago dove trascorrere le domeniche con la famiglia.

Nel 1968 il lago fu abbandonato e divenne uno stagno. Molti bambini di ieri lo ricordano come “lo stagno delle rane”. Negli anni '80 la capanna fu lasciata in uso come ricovero attrezzi in cava al geometra Galli che, con l'aiuto di Gianfranco Piralla, continuò l'attività di estrazione del granito.

Nel 1996 Claudio Milani, legato affettivamente a questo luogo, acquistò i due ruderi con il terreno. Nel 2009 sono iniziati i lavori di ristrutturazione su idea del figlio, Andrea Milani, ispirato da idee di costruzione etica e conservazione.

Il privilegio della privacy. Alpe Cavallaccio ha un carattere distintivo, semplice ed elegante, perfetto per chi è alla ricerca di discrezione e tranquillità esclusive. Qui le emozioni incontrano il loro spazio. Artigianato locale e design regionale si incontrano e si fondono insieme. Il fatto a mano qui è di casa.

La Natura è un richiamo, forte e avvolgente. Tutti gli spazi sono stati pensati per chi ama avvicinarsi a una dimensione naturale con spirito d’avventura che ama contemplare il vero.